"Come si è sviluppata la ricezione del pensiero gramsciano nella teoria letteraria rispetto all'imponente lavoro filologico effettuato sui <<Quaderni del Carcere>> dopo l'edizione critica? Quali elementi gramsciani operano nella letteratura e cultura postcoloniali e che relazione esiste fra queste influenze e il corpus dei testi del pensatore sardo? Il volume affronta tali problematiche da una prospettiva interdisciplinare attraverso un percorso scandito dagli attori sociali e dai <<nessi di problemi>> che attraversano la società civile. Dalla ricostruzione storico-etimologica del concetto di società civile si passa all'evoluzione <<strategica>> degli intellettuali, ridefinendone il ruolo nella costruzione di una <<comunità immaginata>> post-nazionale assai più controversa della concezione resa famosa da Benedict Anderson perché attraversata da faglie egemoniche che richiedono analisi <<dialettiche>> di situazioni specifiche. In quest'ottica si inseriscono la funzione del romanzo storico nella costruzione mitica della nazione, il superamento dell'intellettuale organico nella figura del filosofo democratico, la retorica della letteratura italiana a suggellare la definitiva affermazione del fascismo. Alla luce di questa rivisitazione del dettato gramsciano, si può meglio comprendere in che modo categorie come <<rivoluzione passiva>> e <<nazional popolare>> modellino la visione del mondo contemporaneo."
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